Un mulinar di foglie

La terra emana una vibrazione
là nel tuo cuore, e quello sei te.
E se la gente pensa che sai suonare,
ebbene, suonare devi, per tutta la vita.
Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio?
O un prato da traversare fra te e il fiume?
Il vento è nel granturco; ti freghi le mani
perché ora i buoi sono pronti per il mercato;
oppure odi il fruscio delle gonnelle
come le ragazze che ballano nel Boschetto.
Per Cooney Potter una colonna di polvere
o un mulinar di foglie significavano rovinosa siccità;
per me somigliavano a Sammy Testarossa
quando danza il motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare i miei quaranta acri
per non parlare di acquistarne altri,
con una ridda di corni, fagotti e ottavini
che cornacchie e pettirossi mi agitavano in testa
e il cigolio di un mulino a vento – solo questo?
E non ho mai cominciato ad arare in vita mia
senza che qualcuno si fermasse per la strada
e mi portasse via a una danza o a una merenda.
Finii con quaranta acri;
finii con un violino spezzato –
e una risata rotta, e mille ricordi,
e nemmeno un rimpianto.

Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River (1915)